17 marzo 2014

Attività fisica e Alzheimer: il caso della signora G.

Ciao a tutti!

Oggi vi voglio raccontare la storia di G.,una signora distinta ed elegante alla quale è stata diagnosticato l'Alzheimer un anno fa.
Dopo essersi consultata con diversi medici, la figlia ha deciso di contattarmi nella speranza di riuscire a far svolgere attività fisica alla madre in maniera costante e controllata. 

Perché un malato di Alzheimer dovrebbe fare Movimento?
L'attività cardiovascolare e gli esercizi di forza favoriscono l'aumento della vascolarizzazione cerebrale potenziando le connessioni sinaptiche, responsabili delle trasmissioni dei segnali nervosi.

Il primo incontro con G. non aveva portato i risultati sperati: la mia visita era stata vista come un'intrusione.
G. non voleva iniziare questo percorso, perché non voleva avere un impegno fisso. Lei si muove per casa, cammina per il giardino, ha la sua routine e soprattutto è alta,snella e in perfetta forma fisica. Non sapendo della propria malattia, non capiva il motivo di tale insistenza da parte della figlia.
Il primo incontro non era andato bene.
A distanza di due giorni la figlia mi ha richiamato dicendomi che la madre ci aveva ripensato e che avrebbe iniziato, dicendole " Lo faccio solo perché vedo che ci tieni tanto, anche se non so il perché".
Con grande soddisfazione sono 6 mesi che seguo la signora G. e ho visto grandissimi miglioramenti, quasi da commuovermi. 
A ottobre ci impiegava molto tempo a indossare le scarpe e legare i lacci, mi ripeteva spesso le stesse frasi; per quanto riguardava l'ambito motorio non riusciva a riprodurre l'esercizio che le avevo mostrato un attimo prima, era incerta nei movimenti e molto insicura nell'equilibrio.
A distanza di mesi G. riesce a togliere e mettere le scarpe con sicurezza, capisce gli esercizi riproducendoli quasi correttamente. 
A ottobre aveva paura di restare in equilibrio in piedi su un cuscinetto morbido ("voleva il mio ditino") e ora ha imparato a sdraiarsi sopra a una fitball per svolgere distensioni con i manubri.
I primi mesi all'inizio dell'allenamento mi diceva che avrebbe chiamato la figlia per dirle che dalla settimana a seguire non avrebbe più fatto Ginnastica, perché non ne aveva bisogno e aveva molte faccende da fare ogni giorno.
Ora finito l'allenamento mi saluta dicendomi "Buona serata e ci vediamo la settimana prossima".

La signora G. non si ricorda il compleanno dei figli, cosa ha mangiato a pranzo o che giorno è oggi, probabilmente non ricorda il mio nome.
L'importante è che sia ancora indipendente nelle sue azioni quotidiane: vestirsi, lavarsi, salire le scale, potare le piante, afferrare un oggetto... sono azioni che per noi possono essere automatiche e banali, per lei sono delle piccole conquiste.
Nei prossimi mesi spero di continuare ad allenarla sempre con la stessa costanza nella speranza di regalarle continuamente attraverso l'attività fisica quella serenità che le permetta di vivere al meglio ogni azione in tranquillità e sicurezza. 


Martina M.